"Bambini Inglesi 1943"
Durante la Seconda Guerra Mondiale, la Gran Bretagna era vittima di numerosi bombardamenti da parte dell'aviazione tedesca. Per proteggere almeno i bambini dagli attacchi, venne ideato un piano di evacuazione dei bambini dalle città inglesi. Nel settembre 1943, quasi un milione e mezzo di ragazzini inglesi residenti in città si diressero nella stazione ferroviaria più vicina. Chi lo desiderava infatti, poteva mandare i propri figli nei villaggi di campagna, dove alcuni tutori si sarebbero presi cura di loro. Il piano, chiamato piano Anderson, era straordinario sia per la sua entità, ma pure per il sostanziale disinteresse che dimostrava nei confronti dell'impatto emotivo che l'evacuazione avrebbe avuto sui bambini. Tanto più che i tutori non erano scelti in partenza né concordati con i genitori naturali.
Durante la Seconda Guerra Mondiale, la Gran Bretagna era vittima di numerosi bombardamenti da parte dell'aviazione tedesca. Per proteggere almeno i bambini dagli attacchi, venne ideato un piano di evacuazione dei bambini dalle città inglesi. Nel settembre 1943, quasi un milione e mezzo di ragazzini inglesi residenti in città si diressero nella stazione ferroviaria più vicina. Chi lo desiderava infatti, poteva mandare i propri figli nei villaggi di campagna, dove alcuni tutori si sarebbero presi cura di loro. Il piano, chiamato piano Anderson, era straordinario sia per la sua entità, ma pure per il sostanziale disinteresse che dimostrava nei confronti dell'impatto emotivo che l'evacuazione avrebbe avuto sui bambini. Tanto più che i tutori non erano scelti in partenza né concordati con i genitori naturali.
"Eccidio 26 settembre 1944"
Questa foto ritrae un episodio tragico della seconda guerra mondiale. Si tratta dell'eccidio avvenuto il 26 settembre 1944.
Questa azione da parte dei militari nazi-fascisti causò la morte di oltre 400 antifascisti e la deportazione di altri 500.
Per ogni albero vi era un impiccato: ognuno di essi aveva le mani legate dietro la schiena e portava una targa sul petto, che recitava “briganti” o ''Banditi''. I nazisti ritenuti responsabili della carneficina non sono mai stati processati dallo Stato Italiano per questo loro crimine. Un esempio era Karl Franz Tausch, conosciuto dalla popolazione locale con la triste fama di “boia tedesco”, che il giorno della strage non aveva nemmeno 22 anni d’età.
I cappi con cui vennero impiccati erano fatti con pezzi di cavi telefonici e alla sommità era collegata una fune attaccata all’auto carro. Su ordine di Tausch, il camion accelerava stringendo il nodo attorno alla gola delle vittime e lasciandole penzoloni. Se il partigiano non moriva subito, veniva preso per le gambe e tirato verso il basso.
I corpi rimasero in mostra per quasi un giorno intero, circa venti ore, per spaventare gli abitanti e dissuaderli dalla volontà di partecipare alle attività di ribellione contro il regime.
Oggi, il viale alberato è stato chiamato Viale dei Martiri in ricordo di quei 31 partigiani morti per la libertà dell’Italia.
Questa foto ritrae un episodio tragico della seconda guerra mondiale. Si tratta dell'eccidio avvenuto il 26 settembre 1944.
Questa azione da parte dei militari nazi-fascisti causò la morte di oltre 400 antifascisti e la deportazione di altri 500.
Per ogni albero vi era un impiccato: ognuno di essi aveva le mani legate dietro la schiena e portava una targa sul petto, che recitava “briganti” o ''Banditi''. I nazisti ritenuti responsabili della carneficina non sono mai stati processati dallo Stato Italiano per questo loro crimine. Un esempio era Karl Franz Tausch, conosciuto dalla popolazione locale con la triste fama di “boia tedesco”, che il giorno della strage non aveva nemmeno 22 anni d’età.
I cappi con cui vennero impiccati erano fatti con pezzi di cavi telefonici e alla sommità era collegata una fune attaccata all’auto carro. Su ordine di Tausch, il camion accelerava stringendo il nodo attorno alla gola delle vittime e lasciandole penzoloni. Se il partigiano non moriva subito, veniva preso per le gambe e tirato verso il basso.
I corpi rimasero in mostra per quasi un giorno intero, circa venti ore, per spaventare gli abitanti e dissuaderli dalla volontà di partecipare alle attività di ribellione contro il regime.
Oggi, il viale alberato è stato chiamato Viale dei Martiri in ricordo di quei 31 partigiani morti per la libertà dell’Italia.
"Le porte dell'inferno"
Un’anziana di Rochefort, in Belgio, osserva il passaggio delle truppe americane davanti ai resti della sua abitazione colpita dai bombardamenti. E' stato calcolato che durante il secondo conflitto in Europa andarono completamente distrutti un milione e mezzo di edifici e 7 milioni furono pesantemente danneggiati. Per un danno totale di 230 miliardi di dollari. E non fu meno caro il prezzo in termini di vite umane: secondo alcune stime nella Seconda Guerra Mondiale le vittime nel mondo furono circa 55 milioni, tra civili (30 milioni) e militari (25 milioni).
Un’anziana di Rochefort, in Belgio, osserva il passaggio delle truppe americane davanti ai resti della sua abitazione colpita dai bombardamenti. E' stato calcolato che durante il secondo conflitto in Europa andarono completamente distrutti un milione e mezzo di edifici e 7 milioni furono pesantemente danneggiati. Per un danno totale di 230 miliardi di dollari. E non fu meno caro il prezzo in termini di vite umane: secondo alcune stime nella Seconda Guerra Mondiale le vittime nel mondo furono circa 55 milioni, tra civili (30 milioni) e militari (25 milioni).
"Le umiliate"
Umiliazione pubblica di una donna punita per aver collaborato con i nazisti o per aver avuto relazioni sessuali con i tedeschi (la cosiddetta “collaborazione orizzontale”). A piedi nudi, con i capelli rasati, marcata a fuoco sulla fronte con la croce uncinata nazista, la donna viene condotta tra la folla ed esposta ai suoi insulti. Francia, giugno – settembre 1944
Umiliazione pubblica di una donna punita per aver collaborato con i nazisti o per aver avuto relazioni sessuali con i tedeschi (la cosiddetta “collaborazione orizzontale”). A piedi nudi, con i capelli rasati, marcata a fuoco sulla fronte con la croce uncinata nazista, la donna viene condotta tra la folla ed esposta ai suoi insulti. Francia, giugno – settembre 1944
D'Antonio Ilaria, Tesina 2014